November 28, 2023
VOILÀ CESARINA

 

Ho conosciuto Cesarina Ferruzzi la scorsa estate a casa di un amico che non cito ma nel mio cuore ringrazio perché senza di lui non avrei mai potuto scrivere questo post.

Durante la serata ho scambiato con lei poche parole e da subito mi è sembrata una persona interessante, empatica e molto comunicativa. La mia curiosità e la voglia di conoscere storie sempre nuove mi hanno portato ad informarmi su di lei attraverso i social. Così ho scoperto che aveva una storia personale molto importante raccontata in due libri da lei stessa scritti. Il primo è del 2015 e siintitola Il cielo a sbarre ed è stato pubblicato da Cairo, il secondo è del 2022, pensato e scritto nel periodo del covid, ha come titolo Voilà Cesarina edito da FVE.

Cesarina Ferruzzi è nata a Lugo di Ravenna e vive a Milano ormai da diversi anni. È stata una brillante studentessa laureatasi con il massimo dei voti in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche presso l'Alma Mater di Bologna. Dopo la laurea, completa la sua formazione con un Master in Economia e Marketinng presso l'Università Bocconi di Milano.Da qui perte una folgorante carriera a livello non solo nazionale ma anche internazionale nel campo della Green Economy. oggi è amministratore della Cloe, la sua azienda che si occupa sempre di Green Economy.

I due libri sprigionano una straordinaria energia e una grandissima voglia di vivere la vita a 360°. Raccontano che lei è una grande viaggiatrice, non amante di quei viaggi organizzati che non ti insegnano niente. Raccontano che è anche una bravissima manager, capace di tramutare le idee in progetti, e poi realizzarli. Ci avvicinano anche alle sue passioni: l'arte, in particolare le avanguardie, la moda e i colori. Ma soprattutto ci fanno conoscere una donna libera.

Ne Il cielo a sbarre la narrazione si concentra su un momento drammatico della sua vita. La mattina del 20 ottobre 2009 viene prelevata dalla sua casa da due uomini e una donna della Guardia di Finanza e portata San Vittore.

La bellezza delle “cose” mi ha sempre attratto in modo naturale: certi oggetti, certi arredi splendenti costituiscono una compagnia sublime, una pausa tra gli impegni pressanti della mia professione cui ho dedicato la vita rinunciando spesso agli affetti e a svaghi ristoratori, eppure soddisfatta. Stamattina mi sento bella e giovane e, nonostante l’ora ante-lucana a cui mi sono svegliata per andare al lavoro, sono piena di energia. Non manca un guizzo di vanità femminile. Mi piace l’abito che indosso, un tailleur nero di taglio perfetto, con un top in una fantasia maculata d’avanguardia per dare un tocco un po’ shock alla mia mise da ufficio. E stivali neri alti sopra il ginocchio. Mi piacciono e mi piace il mondo.

La sua vita si sgretola. Si sente sola, indifesa, lontana. Vive per 133 giorni in una cella due metri per due e mezzo insieme ad altre quattro detenute. Lo shock è talmente profondo da farle percepire che nella sua vita niente sarà mai più come prima.

Deve cambiare e abbandonare la Cesarina Ferruzzi di prima del 20 ottobre 2009. Deve imparare la nuova routine a cui si deve sottomettere (per avere qualcosa bisogna farela “spesina”, per chiedere qualcosa bisogna compilare la “domandina”). Ma soprattutto  per sopravvivere in carcere bisogna imparare ad aspettare tanto, cosa che lei, donna dinamica e libera non è certo abituata a fare.

Tra queste mura l’idea del tempo non può essere la stessa che si ha di là, laggiù lontanissimo, dove si vive la vita vera.

Il libro porta avanti una narrazione molto interessante perché al racconto dell’esperienza in carcere si alternano dei lunghi flashback che ci fanno conoscere Cesarina Ferruzzi nella sua infanzia prima, e poi come giovane donna, curiosa di tutto ciò che accade nel mondo.

Nel mondo carcerario si analizza e capisce la sua forza. Scrive:  ...la struttura della mia personalità è sempre stata flessibile, adattabile, in una sorta di allenamento permanente ed è proprio questa caratteristica   che mi ha sempre consentito di raggiungere traguardi che sembravano irraggiungibili.

Irraggiungibile sembra infatti in un primo momento farsi accettare dalle altre detenute, donne molto diverse, accumunate solo da due elementi: la tragedia e la reclusione. Tutte donne portatrici di carichi pesanti. È lei che inizia ad andare verso di loro, tentando di condividere le loro vite e a prendendosi cura di loro ricorrendo ad alcune delle sue grandi passioni: la musica e lo sport.

Conosciamo ancora più nel profondo Cesarina Ferruzzi nel suo secondo libro Voilà Cesarina. Qui impariamo ad apprezzare la sua realtà di donna complessa in cui convivono tante anime. L’intento del libro lo dichiara subito nella prima pagina, in modo diretto, senza paura di critiche, e scivolando sempre più nella sua parte più intima e nel particolare.

Questa galleria di momenti della mia vita non vuole essere un selfie narcisistico ma un auspicio. Racchiude le mie diverse personalità come facce di un prisma che potranno inviare luce a chi vorrà, forse, trovare uno spunto per vincere le proprie battaglie, la forza di andare controcorrente e ricordarsi che siamo noi gli artefici della nostra felicità.

Nel libro approfondisce il rapporto con il suo lavoro sottolineando che il modello a cui si è sempre ispirata è stato Marisa Bellisario. Racconta dettagliatamente l’impresa che ha compiuto nel 1988 quando, ormai manager di una importante impresa che si occupa di smaltimento dei rifiuti, accetta un incarico molto delicato, che molti uomini avevano già in precedenza rifiutato: rendere idonei al trasporto rifiuti tossici italiani, liquidi e solidi sparpagliati in vari luoghi tutti controllati dai musulmani. Vive e porta a termine questa esperienza come solo Cesarina Ferruzzi sa fare.

Arrivai in quel girone dantesco immancabilmente vestita fashion in una splendida tuta verde con zip, con la cintura rosa come i mocassini.

Donna di successo senza dubbio, un successo che trova un senso proprio nella sua esistenza.

Credo che la chiave della mia affermazione sia più di ogni altra nella complessità del mio carattere. Posso definirmi determinata e ironica; con spontanea attitudine ad una ferrea organizzazione eppure flessibile quando necessario. Sovversiva ma rigorosa; portata ad attraversare gli estremi, ma calcolandone scrupolosamente i rischi, attenta all’evoluzione dei tempi. Soprattutto con un formidabile istinto e lungimiranza.

I due libri sono ricchi di citazioni che testimoniano la ricerca fatta dall’autrice a completamento dei suoi pensieri. Concluderei con una di queste che forse più delle altre racchiude la personalità di Cesarina Ferruzzi.

Diceva Albert Einstein che l’intelligenza si misura nella capacità di adattarsi al cambiamento. Io ho sempre creduto che stia anche nell’intuito di capire in anticipo che il futuro è già nel presente.

 

 Alla prossima lettura

 

Paola