September 17, 2022
TRUST, UN LIBRO DECISAMENTE INSOLITO.

Trust, pubblicato da Feltrinelli (Pagg.378, 19 euro), è un libro complesso e interessante. Un libro che richiede una certa concentrazione per capire dove finisce la realtà e dove inizia la finzione.

Ma iniziamo dal titolo. Nella lingua inglese trust ha diversi significati. Nell’ambito economico - finanziario si può tradurre con fondo fiduciario mentre nell’uso comune vuol dire in italiano fiducia. La mancata traduzione del titolo forse è dovuta al desiderio di non perdere i vari significati.

Trust parla di denaro e ricchezza, parla di scrittura e di controllo.

Il denaro - All’autore Hernan Diaz, statunitense, interessa principalmente l’ambito economico finanziario. Trust infatti è un romanzo che approfondisce il tema del denaro. Un tema che, in tutto il mondo letterario, si affronta sempre con una certa soggezione e con pudore. Nella letteratura americana infatti ci sono pochissimi romanzi che ne parlano,soprattutto se questo argomento è trattato dal punto di vista  delle persone molto ricche. La volontà dell’autore è quella di indagare quell’alone di mistero che sprigiona il denaro e che forse, e queste sono parole sue, ha a che fare con il desiderio.

Il denaro è solo un simbolo che ha alla base una fiducia condivisa e che serve solo per comprare. La finanza è la massima esplosione del denaro ma esprime un’astrazione ancora maggiore di quella che sta alla base, un’astrazione che domina e gestisce il mondo in cui viviamo.

Il libro approfondisce anche:

La scrittura e la narrazione – La struttura narrativa del libro non è unitaria. L’indice, che si può leggere nelle prime pagone, è senza dubbio una buona guida per orientarsi.

In Trust  troviamo 4 libri differenti per stile e impostazione ma che raccontano la stessa storia, con voci e narratori diversi.

Il primo libro si intitola Fortune e l’autore è Harold Vanner. È  una storia  completa raccontata fino alla tragica finale. Il protagonista è Benjamin Rask, uno degli uomini statunitensi più ricchi. Il libro parla della sua strepitosa ascesa economica e del suo rapporto con la moglie. Per scrivere questo primo libro l’autore ha dichiarato di essersi ispirato alla prosa di inizio secolo, quella prosa languida e decadente che ricorda tanto Henry James.

Benjamin Rask è nato in una famiglia di imprenditori, uomo dal carattere difficile, nell’infanzia legava con difficoltà con gli altri bambini. Cresce in solitudine forse vivendo un po’ nell' indolenza;  ad un certo punto scatta qualcosa in lui e inizia a interessarsi agli affari provando quel brivido strano che diventerà il centro della sua vita. Investe nei più importanti settori economici dell’epoca con un occhio particolare alla tecnologia. La sua fortuna cresce in modo spropositato facendolo diventare un magnate della finanza. Lui è sempre un passo avanti a tutti e il suo nome inizia ad essere pronunciato con grande riverenza nell’ambiente.

Lo affascinavano le contorsioni del denaro… la natura isolata e autonoma della speculazione si confaceva al suo carattere ed era fonte di meraviglia fine a sé stessa, indipendentemente da ciò che i suoi guadagni rappresentavano o gli permettevano. Il lusso era un fardello volgare. L’accesso a nuove esperienze non era qualcosa che il suo spirito claustrale desiderava. La politica e la ricerca del potere non avevano alcun ruolo nel suo fardello asociale.

New York nei primi anni del Novecento è una città dove dilagano grandi fermenti e ottimismo; era una fase storica in cui l’euforia si respirava nelle strade e tutte le persone pensavano di essere ricche o che comunque lo sarebbero diventate. Ma lui non partecipa, chiuso in casa, lavora e vive tutto quanto leggendo i giornali.

Con le sue capacità aumentava anche la sua reticenza.

Ad un certo punto prende in considerazione l’idea del matrimonio. La donna che sceglie è Helen Brevoort, donna sensibile e grande lettrice. Lei lo sceglie perché vede in lui la sua stessa solitudine e il matrimonio diventa l’unico modo per continuare a vivere in quella maniera che lei tanto amava.

In quell’immensa solitudine lei avrebbe trovato la sua – e con essa quella libertà che i genitori prepotenti le avevano sempre negato.

Il loro non era un amore travolgente ma si donano gentilezza e vivono in tranquillità.  Questa vita permette ad Helen Brevoort di iniziare alcune attività filantropiche.

La velocità con cui Benjamin Rask incrementa la sua fortuna e la saggezza con cui sua moglie la distribuisce sono percepite dal pubblico come la manifestazione di uno stretto legame.

Helen Brevoort è una donna fragile sia dal punto di vista fisico che psicologico, il suo stato si deteriora talmente tanto che le risulta impossibile accedere alle sue risorse interiori.

Benjamin Rask si prende cura di lei e chiama al suo capezzale i migliori medici europei che con accanimento si occupano di lei.

Il secondo libro è un memoir, cioè un testo che appartiene a quel genere letterario che si occupa della raccolta di ricordi di un determinato protagonista.

Mentre leggiamo questo secondo libro ci rendiamo conto che è la stessa storia che nel primo libro è scritta sottoforma di romanzo. In questo caso però il racconto è incompleto, non ci conduce a un finale. Chi parla è Andrew Bevel un uomo molto ricco, un arrogante, spaccone e irritante che attraverso la sua narrazione vuole sottolineare la sua grandezza lavorativa. Hernan Diaz in un’intervista spiega che quando scriveva questa parte il Presidente degli USA era Donald Trump e probabilmente nel delinearlo ha subito un' innegabile influenza.

Il mio lavoro consiste nell’avere ragione. Sempre. Se mi sbaglio devo usare tutti i miei mezzi e le mie risorse per piegare e allineare la realtà al mio errore, in modo che cessi di essere tale.

E ancora

Ciò che conta è la somma delle nostre conquiste non ciò che si racconta di noi… Per la gran parte della mia vita sono stato circondato da dicerie. Mi ci sono abituato e mi preoccupo di non negare mai pettegolezzi e leggende. Negare è sempre una forma di conferma.

Nelle intenzioni da lui esplicitate, il racconto vuole essere un omaggio alla moglie Mildred, ora scomparsa, che è stata per lui una presenza silenziosa che ha reso possibile i suoi successi. In realtà è la continua esaltazione di sé stesso e di quello che ha fatto.

Ecco la sua voce, così come l’ha creata Hernan Diaz: …un’altra ragione mi ha spinto a raccogliere i miei pensieri e ricordi in questo libro. Da circa un decennio sono testimone di un triste declino non solo negli affari di questo paese ma anche nello spirito della sua gente. Dove un tempo prosperavano perseveranza e laboriosità, ora si annidano apatia e disperazione. Dove regnava l’autonomia, ora indugia una miserabile sottomissione. Il lavoratore è ridotto a un mendicante. Un circolo vizioso si è impadronito dei nostri uomini: si affidano sempre più al governo per alleviare la povertà creata dal governo stesso senza rendersi conto che questa dipendenza non fa che perpetuare la loro triste condizione.

Non c'è dubbio chi parla è un uomo affermato, che ha lavorato duramente nella vita, e ha capito che per fare affari bisogna crearne le condizioni e che gli affari stessi non devono mai allontanarsi dal bene comune che a sua volta non deve essere lontano da quello personale. Con un grande talento per la matematica capisce e applica da subito il principio che per riuscire bisogna impegnarsi a fondo e diventare specialisti attraverso lo studio.

Nessun investimento paga dividendi più alti dell’istruzione, io vivo ancora obbedendo questo credo e mi considero sempre uno studente. E nel corso dei secoli io e Mildred abbiamo lavorato instancabilmente per assicurare ad altri le opportunità che ho avuto io. Una vita egoistica non va lontano.

Istruzione e metodo matematico sono i due cardini su cui si basa il suo lavoro. E poi ricerche continue, analisi e appunti dettagliati per arrivare fino alla formazione di un team di persone super competenti.

Della moglie Mildred racconta che era una donna colta che amava la lettura e la letteratura sviluppando un suo gusto tutto personale. Nell’infanzia aveva avuto una vita difficile, dopo purtroppo è arrivata la malattia. È stata una donna che si è sempre presa cura degli altri creando una fondazione che si occupa degli artisti di tutto il mondo

Vedeva la bellezza del mondo e finché poté ricorrere alla forza del suo corpo delicato la sua missione fu permettere agli altri di vederla. Ma era anche di natura modesta e senza pretese.

Ad un certo punto cambia, la sua allegria diventa serenità. Sembra essere vicina ad un'altra vita.

Anche il terzo libro è un memoir ed è stato scritto con il compito di sottolineare una relazione tra questi due primi libri. Per scrivere questa parte si è studiato lo stile del New Jornalism degli anni ’60 o ’80 o quello di scrittrici come Joan Didion cercando di riprodurlo.

È la storia di Ida Partenza, figlia di un anarchico italiano che, per motivi politici, è stato costretto a emigrare negli Stati Uniti. Orfana di madre fin da bambina si è presa cura del padre tipografo, sostenendolo e, a volte, confutandolo nelle sue idee sempre più estreme . I soldi sono pochi e Ida cerca lavoro. Poiché è particolarmente dotata nella scrittura Andrew Bevel la assume chiedendole di scrivere un libro sulla vita di sua moglie Mildred, lo scopo è quello di riabilitarla da quella raccontata nel romanzo Fortune Di Harold Vanner, troppo ricca, a suo dire, di falsità. Il lavoro non facile di Ida è quello di trovare la voce che Andrew Bevel voleva che Mildred avesse.  

L’ultimo libro è un diario trovato successivamente ai testi precedenti e ha la funzione di completare la storia. E' il diario di Mildred, una donna sensibile e sofferente che si esprime attraverso una prosa spezzettata, interrotta da molti spazi bianchi. Un modo di scrivere molto vicino allo stile modernista. Questa ultima parte è fondamentale per capire la complessità del lavoro di Hernan Diaz .                

Il controllo – C’è ancora un tema in Trust, un tema sottile ma tangibile nella lettura: il controllo. Parlo di quel controllo che ancora oggi, come allora, gli uomini vogliono avere sulle donne. Agli inizi del Novecento, poi, era ancora peggio, soprattutto in un ambiente, quello della finanza, dove le donne erano pochissime e forse contemplate solo nel ruolo di segretarie.

Come ho affermato precedentemente Trust contiene quattro libri molto diversi, 4 voci diverse che esprimono i tanti punti di vista con cui si può raccontare una storia. Un raffinatissimo gioco letterario per comprendere la complessità e le tante sfaccettature dell’esistenza e per sottolineare che la narrazione ha un potere enorme.

 

Alla prossima lettura

Paola