September 27, 2022
TOMÁS NEVINSON, L'ULTIMO SALUTO DI XAVIER MARIÁS

Xavier Marìas è scomparso l’11 settembre 2022 all’età di settant’anni per complicazioni causate da una polmonite bilaterale. È sicuramente lo scrittore spagnolo più famoso non solo in Spagna ma anche in tutto il mondo. Nato e cresciuto a Madrid, era figlio del filosofo Jilièn Marìas e dell' insegnante e traduttrice Dolores Franco.

Sicuramente è una delle personalità letterarie che ha maggiormente inciso sulla mia passione per la lettura. Il suo modo di raccontare è unico e inimitabile e le sue lectio magistralis sulla letteratura sono imperdibili. Non mi vergogno affermare che i suoi libri mi rendono estremamente felice perché le storie che narra sono originali e accattivanti, allo stesso tempo mi inquietano e mi intrigano perché riesce ad arrivare a quei lati oscuri e poco rassicuranti della vita che difficilmente vediamo o inconsciamente non vogliamo vedere.

Ha raccontato di costruire le sue storie come se fosse guidato da un’immaginaria bussola: sa che direzione prendere ma non conosce quale via deve percorrere per raggiungere la meta. In questo modo di procedere c'è una regola. Quando la storia prende una certa piega, lui non torna mai indietro per cambiarla, o correggerla. Non fa mai una seconda versione. Questa modalità di scrittura, sostiene Xavier Marìas, rispecchia la vita, dove non si può mai tornare indietro per cambiare gli eventi accaduti. Schiavo di quanto scritto in precedenza,  deve improvvisare, creare e far procedere la storia su quelle basi gettate da lui stesso. Probabilmente è proprio questa personale modalità di scrittura, che per lui è l’unica, inconcepibile per altri scrittori, che provoca nel lettore un senso d' incertezza e insicurezza. Allo  stesso tempo è affascinante e sorprendente e per lui è assolutamente l'unica.

L’ultimo libro di Xavier Marìas è Tomás Nevinson, pubblicato da Einaudi (pp. 590, euro 22,00). Il romanzo apre con in incipit indimenticabile.

Ho avuto un’educazione all’antica, non avrei mai creduto che un giorno mi si potesse ordinare di uccidere una donna. Le donne non si toccano nemmeno con un fiore, non si arreca loro danno fisico e quello verbale va evitato il più possibile, sebbene loro non ricambino quest’ultima attenzione.

Subito scopriamo che nel romanzo si parla di omicidio e di morte. La prospettiva è però particolare e geniale. La domanda di fondo che si pone l'autore infatti è la seguente: è possibile l’omicidio come soluzione di un problema? O meglio. È giusto uccidere qualcuno quando si è sicuri che nei suoi anni futuri potrebbe essere di gran danno per altre persone? In parole povere, è giusto uccidere le persone cattive? Xavier Marìas risponde non solo con il racconto narrato in prima persona dal protagonista ma anche con la sua immensa cultura espressa in lunghe digressioni, storiche, letterarie e cinematografiche.

Tomás Nevinson è un personaggio letterario che gli appassionati di Xavier Marìas hanno gia incontrato nel suo libro precedente Berta Isla.

Berta Isla e Tomás Nevinson hanno vissuto e vivono un matrimonio in condizioni estreme. Entrambi sono colti e intelligenti ma il marito, forse aiutato dal fatto di essere figlio di madre spagnola e di padre inglese, possiede in più uno spiccato estro camaleontico che si esprime attraverso la non comune abilità di apprendere e parlare le lingue anche nelle loro sfumature più sottili. Quella che inizialmente è solo una predisposizione si trasforma in talento che gli permette di cambiare anche la sua voce, assumere gli accenti più strani e diventare qualsiasi persona.   Per questo motivo, durante i suoi studi universitari a Oxford, è notato dai servizi segreti inglesi e arruolato contro la sua volontà, vittima di un imbroglio. Apunto non c’è ritorno, la sua vita deve andare avanti senza cambiare direzione.

Berta Isla lo attende per anni e lo accoglie ad ogni suo ritorno, rassegnata ma non vittima.

Ma cosa è successo ai due personaggi? Sembra dire Xavier Marìas nel suo ultimo romanzo. Tomàs Nevinson è tornato a vivere a Madrid e lavora all’Ambasciata Britannica vicino a Berta Isla e ai suoi figli che lo considerano quasi un estraneo. Ormai stanco e depresso, pensa di aver già visto tutto nella vita ma, riflette, finché sei vivo tutto ti può ancora accadere. Inaspettatamente si palesa Bernard Tupra, proprio quella persona che anni prima lo aveva ingannato portando la sua vita in una direzione senza ritorno, per una nuova missione.Deve trasferirsi sotto copertura in una città del nord-ovest per identificare una donna che molti anni prima aveva partecipato ad attentati dellIRA edell’ETA.

Siamo nel 1997, periodo in cui il terrorismo faceva vittime in tutta Europa, alcuni episodi realmente accaduti sono presenti nella narrazione.

Tomás Nevinson cerca di resistere alla tentazione di tornare all’attività ma alla fine cede ed accetta.

Sì, mi avevano congedato con il mio pieno consenso, la cosa era stata reciproca…..mi avevano dato per ammortizzato, si erano tenuti soddisfatti… un agente in congedo va soltanto sorvegliato con la coda dell’occhio, perché non parli e non racconti quello che non deve.

Nella sua vita passata ha commesso atti che vuole dimenticare e probabilmente ha anche ucciso ma alla fine accetta perché per lui  la sola possibilità di giustificare una vita torbida è continuare a intorbidarla.

Diventa Muguel Centurion, si trasferisce nella città del nord-ovest della Spagna, e diventa un professore di inglese in un liceo. In primo luogo deve mimetizzarsi tra la popolazione, identificare la terrorista tra tre indiziate e consegnarla alla giustizia.

Tra loro, deve scoprire chi è  Magdalena Orue O’Dea, irlandese che sicuramente ora ha un nome diverso. Il lavoro non è facile, nessuna delle tre sembra corrispondere. Diventa l’amante di Inès Marzan, una donna solitaria, molto alta, quasi una gigantessa, che gestisce un ristorante in città. È collega di Celya Bayo e la conosce intimamente spiando la vita privata della sua famiglia con le microspie. Si avvicina, con più difficoltà, a Maria Viana e vede tutta la tristezza del suo matrimonio. Le studia come solo un agente della sua esperienza è capace ma questa volta rimane anche un po' affascinato dalle loro vite.

Il racconto continua come un fiume in piena. Tantissimo è il materiale inserito e i temi trattati ma il tutto è sempre gestito in modo sapiente dall'autore. Il romanzo è bellissimo ed è sicuramente un esempio di grande letteratura.

Ora purtroppo Xavier Marìas è morto e non scriverà più romanzi ma ci ha lasciato un patrimonio meraviglioso e un bellissimo esempio di una vita vissuta per e nella letteratura.

Della morte ha parlato recentemente in un’intervista e ha detto le parole che riporto qui sotto:

Penso a chi è morto come qualcuno che da tempo non vedo, niente di più. Non si cancellano i sentimenti, l’amicizia, per“l’accidente” che una creatura sia scomparsa. Si continua a tenerla presente, si continua a contare su di lui o su di lei. Non solo nel passato ma anche nel presente. Diciamo che i morti lasciano una traccia e questa traccia è a volte interminabile e ci accompagna per il resto delle nostre vite.

Dopo aver letto queste parole voglio pensare a lui come a una persona sempre viva che con i suoi libri continua a raccontarmi storie affascinanti.

Alla prossima lettura

Paola