December 17, 2022
RAUL GARDINI E' IL TUFFATORE DI ELENA STANCANELLI

Gli anni in cui Raul Gardini ha fatto la sua “grande scalata” diventando uno degli imprenditori italiani più importanti al mondo, io ero molto distratta.

Ero distratta da una vita universitaria coinvolgente, interessante e estremamente divertente e, negli anni successivi, ero completamente assorbita dalla nascita dei miei due figli.

Il nome di Raul Gardini comunque lo conoscevo, lo sentivo in sottofondo nei telegiornali ma, solo ora, leggendo con curiosità sempre crescente Il tuffatore, l’ultimo libro di Elena Stancanelli pubblicato da La nave di Teseo (pagg. 215, 18 euro) e guardando su You tube l’intervista che Gianni Minoli gli ha fatto ai tempi di Mixer, ho compreso il fascino, la grandezza e la complessità della persona.

La domanda che mi sono posta dopo aver letto le prime cinquanta pagine del libro è la seguente e riguarda la natura della lettura che mi vedeva impegnata.

Che cosa sto leggendo? Un libro, una biografia o forse un romanzo? La risposta la fornisce l’autrice stessa nelle varie interviste rilasciate per promuovere e spiegare il suo lavoro.

Il tuffatore è un romanzo, un romanzo molto complesso perché in esso troviamo molti elementi differenti per temi e contenuti.

Il romanzo racconta un uomo, Raul Gardini, che è stato un imprenditore visionario dall’intuito geniale che, con il suo lavoro, ha caratterizzato un’epoca facendo leva non solo sulle abilità professionali ma anche sul suo fascino e carisma.

Gardini era un visionario, dicono, capace di vedere cose invisibili agli altri, un mago, uno sciamano. È un complimento. I visionari sono belli, ci piacciono. Ma spesso non riusciamo a riconoscere un visionario se lo vediamo da vicino e ci spaventiamo.

La vita di Raul Gardini è espressione della fine del Novecento, un periodo difficile da raccontare perché ancora molto vicino e quindi non ancora ben metabolizzato ma è anche un periodo che, per i continui cambiamenti avvenuti, ha radicalmente cambiato le nostre vite.

Raul Gardini era contadino, cacciatore, grande velista e bravissimo tuffatore - si tuffava meglio di chiunque altro -. Era  un bell’uomo, alto, sportivo e amante di tutto ciò che era fisico.

Il libro preferito di Raul Gardini era Il richiamo della foresta di Jack London, lo diceva sempre. Il mondo di Jack London è un mondo di regole. Chi le infrange muore. Luoghi estremi, violenza, povertà, scontri sociali. Nato poverissimo, London guadagnò molti soldi grazie al successo dei suoi libri e alle loro trionfali letture pubbliche. Si fece costruire una barca con cui avrebbe fatto il giro del mondo, come Raul Gardini, e un ranch che andò a fuoco. Nel 1916 Jack London muore. Forse suicida…

Raul Gardini è espressione perfetta di un modello maschile di uomo che forse oggi non esiste più. Un uomo al centro del potere, al centro di un potere da lui costruito e le cui regole erano appannaggio esclusivamente di chi le aveva create.

Sposa Idina, la figlia di Serafino Ferruzzi, che, da contadino, diventa, nel giro di poco tempo, uno degli uomini più ricchi d’Italia. Raul Gardini lavora con lui, impara da lui, spesso litigano, ma comunque passano molto tempo insieme.

La moglie era molto diversa da lui:

Idina ha sempre fatto una vita ritirata. Odiava la barca a vela e le ripugnava viaggiare in maniera scomoda come pretendeva Raul. Preferiva passare tre mesi a Marina di Ravenna, al Park Hotel, dove aveva le sue stanze. Anche Palazzo Prandi, la residenza dei Gardini a Ravenna, riflette questa differenza tra marito e moglie.

 Ma il libro nasce da un’ossessione:

Gardini era bello ma aveva un difetto molto evidente: aveva un occhio diverso dall’altro. Non per colore, come David Bowie,ma per forma e dimensione. Lo stesso difetto che aveva Fabrizio De Andrè: occhi di forme diverse uno dei quali vistosamente più chiuso.

Elena Stancanelli scrive in seguito:

Il mio occhio strano non mi ha mai procurato problemi di vista, non mi ha impedito di fare niente. Ma ogni volta che qualcuno mi ha guardato in faccia per la prima volta, io ho pensato che dovevo fare in modo che non notasse – non notasse troppo – il mio occhio.

Ecco che tre persone completamente differenti si ritrovano vicine per questa loro caratteristica fisica.  

È un’ossessione, e in questa ossessione ho tenuto con me Fabrizio De Andrè e Raul Gardini.

L’ossessione diventa un legame misterioso tra tre persone e, per due di loro, lo sfondo è la città di Ravenna.

Il tuffatore racconta l’ascesa di Raul Gardini, la “grande scalata” ai livelli più alti della finanza, e poi ne racconta anche la fine con l’avvento di Mani pulite. Tanti sono i personaggi che partecipano e si delineano pagina dopo pagina nel romanzo. Molti di loro vengono dalla provincia e spesso non sono consapevoli o competenti dell’importanza dei ruoli che andavano a occupare. Ma tutto fa parte di un sistema.

Particolarmente coinvolgenti per me sono le pagine che riguardano il processo a Sergio Cusani perché mi hanno fatto riaffiorare i ricordi ormai assopiti delle immagini televisive dell’epoca.

Dopo una profonda documentazione durata ore e ore nell’ archivio di Radio Radicale, l’autrice  mette in risalto e a confronto le due personalità principali: l’avvocato Spazzali, difensore di Sergio Cusani, e il Pubblico Ministero Antonio Di Pietro. I due uomini rappresentano due tipi di umanità opposte e differenti. Il primo è un uomo del ‘900 e rappresenta tutto ciò a cui eravamo abituati all’epoca. Comunista, uomo di partito, molto colto e in grado di arricchire le sue requisitorie con eleganti citazioni di classici. L’altro, Antonio Di Pietro, è l’uomo nuovo, appassionato della prima tecnologia, e ne fa uso e sfoggio durante il processo. Utilizzando un linguaggio poco colto e poco fluente – a tratti quasi balbettante – aggredisce chi lo ascolta ponendosi come la novità rispetto al vecchio mondo e alla fine vince la battaglia.

L’autrice è riuscita a ricavare nel romanzo anche un piccolo spazio per sé stessa. Racconta un momento della sua vita quando viveva a Ravenna e ha dovuto affrontare l’esperienza della morte di un’amica adolescente. Può sembrare strano ma anche questo elemento è ben inserito nella narrazione generale.

R. era la mia amica del cuore da quando siamo nate. Anzi da prima perché i nostri genitori erano già amici… Era la mia compagna di banco ovviamente. R. è morta di cancro a 15 anni.

Il 23 luglio 1993 Raul Gardini si spara mettendo fine alla sua vita e chiudendo un’epoca. I pensieri di Elena Stancanelli che riporto qui sotto in conclusione riassumono tutta l’anima del romanzo.

Gardini era appassionato di futuro, ma aveva strumenti tradizionali, novecenteschi. Era un adulto che sognava da ragazzino, era un maschio, ma quella mascolinità decisionista e potente che aveva ereditato non funzionava più, stava perdendo fascino, era stata ridicolizzata.Oltre allo scandalo, le inchieste, il fallimento, oltre l’impossibilità di affrontare il carcere, forse la solitudine, la notte prima del suicidio, era anche quella di un uomo che intorno a sé non vedeva più niente che gli somigliasse.

 

Alla prossima lettura

Paola