La scorsa estate ho fatto un viaggio in Normandia e in Bretagna. In Bretagna, in modo particolare, mi ha colpito la natura forte, quasi aggressiva, fatta di verde intenso e improvvise e violente precipitazioni. È una regione che esprime un carattere deciso con profonde radici storiche e ricca di leggende. È quella che Alexandre Dumas ha definito paese di estreme rivolte e impossibili repressioni.
In Bretagna ho visitato il Castello di Combourgh che è stata la residenza del famoso scrittore francese Francois Renè de Chateaubriand, il padre del Romanticismo francese. Uomo politico e scrittore, è conosciuto per il suo libro Memorie dell’oltre tomba, il racconto della sua vita, dall’infanzia all’età adulta. Una vita che s'intreccia con le più importanti vicende storiche dell’epoca: la Rivoluzione Francese, Napoleone e la Restaurazione.
Il Castello di Combourgh è il luogo dove Chateaubriand ha trascorso la sua infanzia. Qui cresce, prova le sue prime inquietudini ed è anche il luogo che vede nascere le sue passioni.
Esternamente si presenta come un maniero medievale ma, nel corso degli anni, è stato restaurato, forse un po’ troppo per i miei gusti, ed è diventato la residenza di quello che resta oggi della famosa famiglia Chateaubriand che, forse per motivi economici, lo ha aperto al pubblico.
Anche il castello è un luogo, come del resto tutta la Bretagna, ricco di storie, alcune decisamente inquietanti. Ad esempio, per le strade di Combourgh, come nel castello, si sente la presenza di un uomo zoppo, la cui camminata, si dice, preannuncia un imminente delitto. Oppure si parla di un gatto nero poi scomparso e quindi ritrovato cadavere. È un luogo comunque da visitare perchè oltre ad essere ricco di storia e letteratura emoziona.
Quando sono venuta a conoscenza che Fred Vargas, famosa scrittrice di polizieschi francesi, aveva appena pubblicato un romanzo ambientato in Bretagna e a Combourg in particolare, non sono riuscita a trattenermi dall’andare in libreria, comprarlo e leggerlo.
Fred Vargas è una donna dai tanti interessi e dalle molteplici passioni. È scrittrice prolifica – per un periodo quasi un libro ogni anno - scienziata e storica esperta del periodo medievale. Con poco successo si è cimentata anche nella musica.
Impegnata su diversi fronti, lavora prevalentemente al Centro Nazionale per la Rcerca scientifica CNRS. Mentre svolge il suo lavoro di scienziata, raccoglie le idee per i romanzi polizieschi che scrive durantele ferie, in pochi giorni.
Il suo ultimo romanzo, uscito nel giugno del 2024, s’intitola Sulla pietra, pubblicato da Einaudi (466 pagg. 20,00 euro).
È un libro in cui si trova la Bretagna con tutta la sua magia e il suo mistero e i tanti personaggi sono selvaggi e inquietanti come il luogo in cui vivono.
Protagonista è Jean Baptiste Adamsberg, un ispettore capo della polizia anticrimine di Parigi, che i lettori appassionati di Fred Vargas conoscono già dai romanzi precedenti e lo hanno molto apprezzato per le sue caratteristiche personali che esulano dagli schemi.
Proveniente da un piccolo paesino dei Pirenei è un uomo che non ha mai sviluppato le sue potenzialità culturali, e se ne rammarica ma fisicamente è ben dotato. Anche se alle spalle ha importanti successi personali, i metodi che utilizza per conseguirli sono spesso incomprensibili per i suoi collaboratori e forse anche per lui. Lo chiamano infatti lo spalatore di nuvole, per il suo modo di lavorare al di fuori delle regole.
Adamsberg seguiva il suo vento personale.
Da Parigi Adamsberg viene mandato in Bretagna dove era già stato precedentemente per aiutare i colleghi a dare la caccia ad un maniaco che aveva violentato e assassinato 5 sedicenni. Con le indagini era arrivato ad un unico assassino facendo prelevare il DNA di tutti gli uomini fino ad arrivare ad un riscontro inaspettato identificando il serial killer.
Per questo motivo quando iniziano ad accadere fatti strani a Combourg e dintorni, gli viene affidata l’indagine. Lui conosceva bene quei luoghi e, senza alcun reale motivo, si sente da subito coinvolto totalmente.
Si mette al lavoro, con una modalità che esiste solo nella sua testa. E chi lavora con lui, la squadra, si fida ciecamente e lo segue.
Per chi conosceva Adamsberg riflettere non significava affatto sedersi a un tavolo, con la fronte appoggiata sulla mano, ma camminare a passo lento, lasciando ogni sorta di idee – senza nessuna scrematura – vagare al ritmo della sua andatura ondeggiante, intrecciarsi, scontrarsi, addensarsi, disperdersi, insomma lasciandole agire per conto proprio…. Sprofondare nell’universo delle fantasticherie e delle idee impaludate.
Nel libro c’è anche un personaggio fuori dal tempo ben delineato e particolarmente simpatico a chi legge. Si tratta di Josselin de Chateaubriand, lontano cugino del famoso scrittore, uomo gentile e disponibile con un abbigliamento un po’ inusuale ed eccentrico.
Il corpo magro, i lineamenti armoniosi, il mento aguzzo, lo sguardo un po’ malinconico, le labbra ben disegnate: era il perfetto sosia dello scrittore.
Josselin de Chateaubriand si vestiva come un uomo dell’800. Elegante ma antico: pantaloni aderenti, camicia bianca, panciotto, giacca nera un po’ lunga.
Per volere del sindaco è diventato un’attrazione per i turisti. In cambio riceve alloggio gratuito e un po’ di soldi. Per arrotondare dà lezioni private. Pare che nell’insegnamento fosse anche molto bravo perché era molto richiesto.
È un uomo che, per cultura, bellezza e stile è di gran lunga superiore agli altri abitanti della zona.
Lo definiscono un flaneur, un sognatore, un amante delle fughe con la mente. Ma anche un uomo che per vivere si abbassa a farsi fotografare con i turisti.
Ma non è solo, nel libro ci sono anche tanti personaggi, poliziotti e bretoni del luogo che portano avanti una trama non sempre chiara.
In Bretagna e non in Normandia,come è scritto in quarta di copertina del libro, Fred Vargas fa accadere una serie di delitti che coinvolgono diversi personaggi locali che hanno legami oscuri. Il tutto con ritmo incalzante ma spesso non efficace ai fini del racconto. Infatti, facilmente, durante la lettura si perde il filo. Sembra che l’autrice abbia voluto mettere troppi elementi mescolati insieme provocando solo confusione e dispersione.
Un' ultima osservazione. Il titolo è Sulla pietra. Ma la pietra che porta l’onore di dare il titolo al libro è solo accennata e se ne parla veramente poco. Sembra solo un piccolo espediente narrativo.
I romanzi polizieschi precedenti di Fred Vargas con protagonista Adamsberg erano belli e avvincenti anche per le atmosfere lente e poetiche, atmosfere che qui non ritrovo decisamente.
La domanda sorge spontanea: perché dopo sei anni di silenzio scrivere un libro così lontano dai precedenti? Speriamo che questa non sia la triste fine di un commissario che aveva avuto un così grande successo nella letteratura poliziesca mondiale. Speriamo in un nuovo libro. Presto.
Alla prossima lettura
Paola