December 31, 2022
ENZO LATRONICO DIFENDE JAMES BOND

Chiudo il 2022 parlando di una pubblicazione particolare a cui tengo molto. Non è un romanzo ma è un saggio che parla di cinema e letteratura.

Inizierei ricordando una cena a cui ho partecipato qualche mese fa invitata da un’amica in un club della mia città. Al mio tavolo c’era un uomo che spiccava per eleganza anche nel modo di esprimersi.

Ben presto ho capito che si trattava di Enzo Latronico, giornalista, scrittore e sceneggiatore piacentino, un intellettuale entusiasta del suo lavoro che ha avuto riconoscimenti di altissimo livello. Ha scritto la sceneggiatura per il documentario I musei di Palazzo Farnese e ha scritto e diretto il documentario A memoria d’uomo per il Ministero della Cultura. Le sue incursioni nel cinema l’hanno portato ai David di Donatello con la sceneggiatura del cortometraggio Solo di passaggio di A. Zonin, ispirato alla novella di D. Buzzati Il mantello. Ha scritto diversi libri sul cinema, Ugo Pirro, Indagine su uno sceneggiatore al di sopra di ogni sospetto, La settima arte della seduzione,Quandoc’era Maciste, Gli attori mangino per finta.

Enzo Latronico è soprattutto un grandissimo appassionato e studioso del cinema di James Bond omaggiato con la sua ultima pubblicazione dal titolo Il mio nome è ancora James Bond, per la Casa editrice Le piccole pagine (Pagg. 67, 8 euro).

Il saggio nasce dalla voglia di difendere il personaggio e il mondo creato da Ian Lancaster Fleming, nonostante il passare degli anni e i numerosi adattamenti cinematografici.

Il suo intento è esplicitato apertamente nell’incipit:

Questo libro non è una biografia di Sir Ian Lancaster Fleming né una biografia di James Bond. Non ha nemmeno la pretesa di fare il punto della situazione storica e della ricaduta socioantropologica di un personaggio come 007 sulla società odierna (forse un pochino). Si tratta solo di una disperata difesa dello stile di vita cinematografica di James Bond di fronte ai molteplici mutamenti sociali e culturali cui sta andando incontro il mondo.

A Enzo Latronico ho inviato tre domande su Il mio nome è ancora James Bond e lui ha risposto con generosità.

James Bond compie nel 2022 sessant’anni di vita cinematografica, perché hai sentito il bisogno di scrivere questo pamphlet a difesa del personaggio e del suo stile?

Tutto è nato da una battuta che dice James Bond nell’ultimo No time to die davanti ad una sua collega di un altro servizio segreto: “Scusa, potresti girarti? Devo cambiarmi”. Questa frase mi ha stupito a tal punto perchè  non ho più riconosciuto il James Bond di sempre, sia quello di Fleming che quello di Broccoli e Saltzman. Nell’anno in cui James Bond compie sessant’anni di vita cinematografica ho sentito la necessità di scrivere questo pamphlet come un’appassionata difesa, quasi disperata, per quello stile di vita che da quasi dieci anni l’industria del cinema sta cercando di cambiare a favore del politicamente corretto. Un cambiamento che sa quasi di premonizione fin dalle prime battute di Agente 007: licenza di uccidere, il primo film della serie. In sintesi, James Bond nasce negli anni ’50 in un certo modo, il primo cambiamento avviene già quando negli anni ’60 passa dalla letteratura al cinema, altri cambiamenti caratteriali avvengono con i vari cambi d’attore, è un personaggio in continua evoluzione ma stabile nello stile; eppure sovrastrutture sociopolitiche si stanno imponendo, in primis alla società stessa e conseguentemente ai media, il loro punto di vista va a incidere profondamente sullo status quo scardinando di fatto un sistema. E James Bond non è immune e tutto questo è inaccettabile.

Sean Connery, George Lazenby, Roger Moore, Timothy Dalton, Pierce Brosnan, Daniel Craig. Che impatto ha avuto sulla carriera degli attori che hanno interpretato il ruolo di James Bond? Quale di loro ha meglio rappresentato il personaggio letterario? E come si è evoluto il personaggio cinematografico negli anni?

Il personaggio di James Bond ha avuto un impatto notevole, importantissimo per le carriere degli attori che lo hanno interpretato. Pensiamo solo a George Lazenby che ha fatto un solo film di James Bond. Nonostante abbia proseguito con scarsi successi la sua carriera, tutti lo ricordano per essere stato un James Bond. Sean Connery, come Lazenby, è arrivato al personaggio quasi da sconosciuto e continuando ad accettare il ruolo per sei film (più un apocrifo) ha costruito la sua straordinaria carriera pur smarcandosi in altri film dal personaggio. Gli altri interpreti erano già famosi prima e per loro James Bond è stato un valore aggiunto. Dal punto di vista letterario il migliore sullo schermo è stato Daniel Craig. Dalla penna di Ian Lancaster Fleming, James Bond era nato proprio così, esattamente come è stato strutturato nell’ultimo ciclo di film dal 2006 al 2021. Come ho detto prima, dal 1962, anno della prima apparizione di James Bond al cinema, il personaggio venne reso più simpatico ed estroverso, sconvolgendolo a tal punto che Ian Lancaster Fleming prese quasi a detestarlo accettando mal volentieri Sean Connery nel ruolo. Furono solo gli alti guadagni a farglielo piacere. Il personaggiopoi si è evoluto anche in base ai caratteri degli attori, il James Bond di Connery è quello forse più amato, quello del fascino animale sognato dalle donne ma che piaceva come stile anche agli uomini. Roger Moore è ricordato per essere stato uno James Bond ironico, ai limiti della commedia, molto elegante e anche romantico. Lazenby è il James Bond con un matrimonio alle spalle. Dalton è quelloi mperscrutabile, quello che ha spinto il personaggio al limite. Brosnan è il James Bond della rinascita, del personaggio ritrovato, misogino e dinosauro della Guerra Fredda.

Che cosa ci riserva il futuro?

Non lo so. La speranza è sempre quella di un ritorno di Bond alle origini. E, visto il finale di No time to die, è quello che si auspicano in tanti, anche i produttori.

Conclusione.

Il mio nome è ancora James Bond è un libro importante per capire il mondo così abilmente creato da Ian Lancaster Fleming, scrittore, giornalista e militare britannico. Basandosi anche sulle sue esperienze personali è stato in grado di creare un personaggio con caratteristiche che lo fanno piacere a un pubblico numeroso e che, come molte altre storie di successo nel Novecento, è entrato poi nel mondo del cinema diventando il più longevo di sempre. Ma non solo. Lo stile James Bond è stato anche fonte di ispirazione per molti  personaggi di film prodotti successivamente. Ancora oggi riempie le sale o ci costringe sul divano di casa per rivedere anche i film più vecchi.

Alla prossima lettura

Paola