May 29, 2025
ELISABETTA VALENTINI PRESENTA "FOTOMODELLA" A RIVALTA

Il borgo di Rivalta è sicuramente uno dei più belli della provincia di Piacenza. Si trova sulla riva sinistra del fiume Trebbia a circa 15 chilometri dalla città.

Nel borgo c’è un castello fortificato, la chiesa di San Martino, un hotel, due ristoranti, una Spa, un bar e, recentemente, grazie al progetto La valle dei libri, è stata aperta la libreria Forme.

Forme è una libreria che vende libri già letti, conservati e amati da qualcuno. Libri collezionati prima e poi donati da intellettuali, scrittori o professionisti che compiono questo gesto di donazione con l’intenzione di salvarli dall’oblio e donargli una seconda vita. Ogni libro, esposto e venduto, è segnato da un ex libris che racconta il nome del proprietario precedente creando un legame tra il passato e il futuro.  

Ma non solo Rivalta, il progetto vuole creare la prima libreria diffusa sul nostro territorio e si ispira a esperienze già esistenti a Montolieu in Francia e Hay-on- Wye nel Galles, diventate veri e propri luoghi di interesse turistico per appassionati di libri.

Anche nelle nostre vallate queste librerie hanno intenzione di portare tanto movimento turistico grazie non solo alla vendita dei libri ma anche a presentazioni o altri eventi che valorizzeranno il nostro territorio.

La libreria Forme è gestita dall’interior designer Francesca Poggi. Sabato, 24 maggio ha presentato il libro di Elisabetta Valentini Fotomodella. Il libro è stato pubblicato la prima volta nel 1988 nella collana dedicata ai giovani esordienti Mouse to mouse di Mondadori, curata da Pier Vittorio Tondelli.  Recentemente Fotomodella è stato ripubblicato da Accento Edizioni, una casa editrice indipendente nata nel 2022 ed estremamente interessante. Il libro è autobiografico e racconta di Elisabetta giovane donna di soli 17 anni che lascia la sua casa di famiglia a Firenze, per cercare il suo posto nel mondo.

Talentuosa e con una seria e instancabile voglia di lavorare, nel giro di poco tempo diventa una modella di fama internazionale richiesta dalle più importanti case di moda.

Il lavoro comincia a prendermi la vita. Senza che abbia il tempo di accorgermene mi trovo coinvolta in un continuo giro di sfilate, servizi fotografici e pubblicità televisiva, redazionali, campagne stampa, provini. Comincio a guadagnare molto bene, il mio volto, la mia figura si stanno facendo conoscere…

Alla presentazione di Fotomodella, alla libreria Forme, nel Borgo di Rivalta, ho conosciuto l’autrice: Elisabetta Valentini. Oggi è una donna molto affascinate ed elegante, che sfoggia una bellezza vera e autentica. Non fa più la modella se non per qualche collaborazione con Silver Agency l’agenzia di modelli che rappresenta donne e uomini la cui bellezza sfida il tempo. Ora si dedica alla fotografia.

Dopo la presentazione Elisabetta Valentini firma le copie del libro. Ha raccontato tanto di sé e del suo lavoro, forse è stanca. Ma quando con titubanza le chiedo un’intervista, lei accetta. Iniziamo quindi a parlare davanti a un bicchiere di vino rosso.

In Fotomodella citi alcuni libri che testimoniano una certa passione per la lettura. Fra tutti mi viene in mente Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf.  Quali sono gli autori che ti hanno portato ad avere un tipo di scrittura così particolare?

Si, leggo tanto perché le voci degli altri, mi aiutano a trovare la mia voce. Poi nel linguaggio e nello stile ci sono sicuramente degli autori a cui mi riferisco maggiormente perché sono molto vicini alla mia sensibilità e al mio modo d’essere. Per la realizzazione di questo libro sono state fondamentali la lettura di Margherite Duras, in primis, ma anche Margherite Yourcenar e naturalmente Virginia Woolf. Quella che pratico è un tipo di lettura molto personale. Ci sono tantissimi autori che leggo, magari non fino in fondo, altri li leggo anche 4 volte, altri ancora li lascio a metà. La scrittura è, strato dopo strato, tutto quello che in qualche maniera hai letto. Con la lettura non cerco tanto  l’esercizio di stile. Io, sempre di più, e non so se questo sarà un bene o no, cerco la voce autentica. Per me questo è scrivere. Poi non so cosa vuole l’industria editoriale, ma la mia esigenza creativa si fonda su questo. Non dimentichiamo che oggi il mercato editoriale è molto ricco: ci sono tante scuole di scrittura e molte cose pubblicate con un lavoro a metà tra lo scrittore e l’editore. C’è tutto un percorso in atto non si può sapere se questo renderà la lingua più ricca o più piatta.

In Fotomodella sei riuscita a descrivere un mondo complesso, quello della moda degli anni ‘80. Hai toccato tutti i suoi aspetti: quelli faticosi, eccitanti, trasgressivi ma anche frustranti. Lo descrivi senza sofferenza, con una prosa vera e lontana dal vittimismo. Definisci il tuo lavoro arte muta. Vuoi dire due parole su questa arte muta?

Io sono stata muta fino a 24 anni. Preferivo ascoltare perché parlavano gli altri. Penso che l’ascolto sia già un bell’esercizio. Da giovane ero  molto affamata di cose intelligenti. Il mio tempo lo spendevo nell’ascoltare le persone interessanti, più sagge e più colte. Non avevo tanto bisogno di espormi con le parole, in un certo senso. Questo fino a quando poi, a un certo punto, l’ho fatto. Anche nel mio lavoro dovevo essere muta. L’espressione era tutta nel gesto. Io lì ho cercato una grossa ribellione. Ero una modella anomala che però ha lasciato il segno. Per questo dico ai ragazzi di seguire loro stessi, anche se in quel momento la cosa ti rende poco popolare. Se tutti sono vestiti di giallo e tu sei vestita di nero e pensi: che ci faccio qua in mezzo? Invece va bene che tu sia vestito di nero, se hai ascoltato te stesso. Ecco un esempio banale.

Tu scrivi: La gente dice che sono bella, la gente dice che sono bella perché ho i capelli fluenti, ma la gente vede solamente quello che si fa vedere, la gente guarda in superficie, ma io so che la bellezza appartiene allo spirito, so che ha qualcosa a che fare con l’anima. La bellezza è una forza potente della nostra società. Ne occupa un ruolo significativo incentivato anche dai social media. Che messaggio manderesti alle giovani lettrici o  lettori?

È bene che il mio libro lo leggano i ragazzi di oggi. Io non so se la nostra società è andata indietro e quindi questo libro arriva puntuale, oppure se è andata avanti e quindi era già premonitore ai tempi. Si può leggere Fotomodella come una miriade di selfie, se lo leggi in un modo ti aiuta a stabilire a che momento della vita sei oppure se cambi punto di vista ti aiuta a capire il mondo  intorno a te. Per questo è estremamente attuale. Non dobbiamo dimenticare che i selfie che si fanno oggi possono essere filtrati. In Fotomodella invece troviamo i selfie dell’anima. Credo e spero che da domani verranno cancellati i filtri e che uno si possa anche fotografare il difetto peggiore che ritiene essere più toccante e considerarlo bello. Propongo un concetto di bellezza ben lontano da quello dilagante oggi. Davanti a un intervento di miglioramento estetico il mio pensiero, e non è un pregiudizio, è:  cosa può succedere dopo? Questa manipolazione momentaneamente ti impedisce di invecchiare, ma dopo? L’invecchiare autentico è la vera sfida della nostra società. Essere autentici vuol dire avere la profondità, negli occhi, nel gesto, nella parola e non il lifting o il botox o il labbro turgido. Con Silver Agency, le modelle della mia età sono tutte tranquillamente loro stesse. Per concludere non è facile invecchiare autentici perché è una cosa che tu devi avere dentro, ci vuole la forza, ci vuole quella libertà che lo rende un gesto molto più marcato. Inutile guardare indietro e continuare a ricercar la bellezza che avevi perché è forzato e si nota.

Dal punto di vista editoriale, hai dei progetti? Hai in mente un secondo libro?

Si ho scritto il secondo romanzo e l’ho già finito da due anni. Ma ho intenzione di fare una revisione ulteriore. Spero che esca presto. Questo libro, che non è sul mondo della moda, è stato un dolore profondissimo. È stato un lavoro talmente intenso e coinvolgente che quando sono arrivata alla fine mi sono sentita sollevata, più leggera e liberata.

Le squilla il telefono, Elisabetta è richiesta dalle altre persone che sono venute per conoscerla. Avrei voluto parlare con lei ancora d’amore. Quell’amore che ha vissuto par tanti anni della sua vita con un uomo molto più grande di lei e molto famoso. Concludo quindi con le sue parole, tratte da Fotomodella, sull’argomento.

L’amore è mancarsi, il resto è impossibilità a stare soli. Bisogno di una sicurezza quotidiana. Possedersi, imbavagliarsi, masticarsi. Sapere di non digerirsi. L’amore è lasciarsi liberi, girare sempre con qualcosa dentro. Per questo a volte puoi pensare che diventi eterno.

Parole scritte nel 1988 e ancora incredibilmente attuali. Complimenti Elisabetta sono molto contenta di averti conosciuto.

Alla prossima lettura.