April 21, 2021
COME SI DIVENTA UNA DONNA GELATA

 L’ultimo libro arrivato nelle librerie italiane di Annie Ernaux è La donna gelata.

 Ci sono dei libri che mi fanno pensare ad altri libri, magari letti anni prima, che  non avevo più incontrato nei miei percorsi di lettura.

È il caso de Il secondo sesso di Simone de Beauvoir, libro che si è prepotentemente presentato mentre leggevo l’ultimo libro di Annie Ernaux, La donna gelata, scritto nel 1981 e pubblicato solo ora dalla Casa Editrice L’Orma. Questo accostamento è il frutto di un’operazione istintiva, di pancia, lontana da qualsiasi razionalità. Ho trovato i due libri legati, pur nella loro diversità, perché entrambi sono rivoluzionari, come qualsiasi libro che racconta la verità.

Il primo, Il secondo sesso di Simone de Beauvoir, uscito nel 1949 in Francia, si può considerare il libro che per primo ha strutturato il pensiero femminista diventando poi manifesto del movimento che sarebbe esploso pochi anni dopo.

Donne non si nasce, lo si diventa.

È la frase simbolo del saggio, è l’idea di base. La donna, secondo Simone de Beauvoir, non ha una sua precisa identità immobile nel tempo. Sono le strutture culturali e sociali che la formano in modo differente nello scorrere degli anni. La situazione di sottomissione che ha sempre vissuto la donna non è che il risultato di condizionamenti continui sociali e culturali che portano l’anima naturale della donna ad adeguarsi sempre e troppo alle situazioni, anche quando queste non sono quelle che avevano sperato, arrivando anche in alcuni casi a quelle estreme che leggiamo sui giornali.

È questo il punto in cui collego il grande saggio francese con La donna gelata di Annie Ernaux.

Il terzo libro della stimatissima scrittrice francese tratta tutti i temi a lei più cari che ritroveremo in tutti i suoi lavori successivi. La donna gelata è, per definirla con un termine contemporaneo, di una biografia allargata, nel senso che racconta la sua vita, infanzia, adolescenza ed età adulta, portandoci a riflettere su importanti temi sociali come l’imprinting familiare, il matrimonio, la cultura e la condizione femminile.

L’infanzia di Una donna gelata.

L’incipit del libro ci introduce l'atmosfera della storia.

Donne fragili e vaporose, fate dalle mani dolci, aliti leggiadri della casa che in silenzio fanno nascere l’ordine e la bellezza, donne sottovoce, sottomesse: nel paesaggio della mia infanzia, per quanto mi sforzi, non riesco a vederne molte di donne così.

La protagonista cresce nella provincia francese e le donne che lei ricorda sono decisamente il contrario di quelle descritte nelle prime righe sopra citate.

Le donne della mia vita parlano tutte a voce alta, avevano corpi trascurati, troppo grassi o troppo scialbi, dita ruvide, volti senza un filo di belletto altrimenti truccate in modo esagerato, vistoso, con grandi chiazze rosse sulle guance e sulle labbra.

E poi ancora.

Non riesco a ricordare nemmeno una con i ferri da maglia. Non erano fatte per stare in casa, erano donne da esterni, abituate a sgobbare come uomini.

La protagonista, che è poi anche l’autrice, trascorre la sua infanzia all’insegna della felicità.  Un periodo vissuto liberamente dove non esisteva l’idea che le bambine siano creature tenere e deboli, inferiori ai maschi. Attorno a lei c’è una famiglia con un equilibrio tutto particolare dove i genitori non vivono secondo i ruoli definiti. Conducono insieme un negozio di alimentari-drogheria con annesso il caffè dove ci si può intrattenere e socializzare. Ma la gestione è condotta secondo l’inclinazione caratteriale delle due persone.

La madre può essere definita una femminista ante litteram, è profondamente convinta della superiorità del genere femminile su quello maschile. È una donna che lavora con forza e determinazione, facendo rumore, passando dal suo lavoro in bottega a quello, portato avanti con meno passione e cura, in casa.

Ma non è tutto, la madre aveva anche un grande dono: era una grande lettrice e in qualsiasi momento riusciva ad estraniarsi per entrare nel mondo delle storie. Questo suo dono la rende speciale agli occhi della figlia che non può che rimanere contagiata.

Non vedevo l’ora di saper leggere per poter capire quelle lunghe storie senza figure che l’appassionavano tanto.

Lei trasmette alla figlia l’importanza della cultura, unica via per diventare una persona soddisfatta, realizzata. L'unico modo per rendersi indipendente.

Il padre,  già in là con gli anni, sembra meravigliato di avere una figlia. È un padre gentile, dolce e premuroso.

Con la moglie forma una coppia moderna e anticonformista per l’epoca; i ruoli tradizionali sono capovolti.

Nell’adolescenza, come accade spesso, il suo mondo va in crisi e si sente diversa dalle sue compagne a causa della sua particolre realtà familiare. Sente che la sua infanzia è stata esattamente il contrario di quella delle coetanee e se ne vergogna. Sta crescendo e si sta preparando al  futuro passando attraverso un periodo caratterizzato dal romanticismo e dall' attrazione verso l’altro sesso. È un momento di passaggio per prepararsi al mondo degli adulti.

Con un trascorso così felice e così fuori dalle regole l’autrice/protagonista si trova impreparata al matrimonio e a tutto quello che ne consegue, mi riferisco alla convivenza, al matrimonio e ai figli.

E finita madre mia, i tuoi insegnamenti si sono persi nel vuoto…

Inizia per lei un percorso che va sempre più verso il mondo maschile dove la sua vita, qualsiasi scelta faccia, qualsiasi percorso decida di intraprendere sarà sempre più difficile e faticosa e soprattutto di rinuncia. Alla fine i sentimenti, gli interessi e le passioni lasceranno il posto ai doveri di moglie e di madre.

Le piccole incombenze femminili la risucchieranno giorno dopo giorno.Vivrà fra il rimpianto di non poter coltivare il suo grande interesse, la letteratura, e i suoi doveri familiari sempre più pressanti.

Alla fine diventa una donna gelata, intrappolata e scontenta in una vita che lei stessa si è scelta.

Di Annie Arnoux ho letto anche Gli anni, libro che ho sinceramente amato come ho amato La donna gelata, di più recente pubblicazione. Il motivo penso sia semplice e mi piace condividerlo. Mi sento di dire che negli scritti di Annie Ernaux ci si possa identificare con molta naturalezza, soprattutto se donne. Ogni lettrice può trovare nei suoi racconti pezzi della propria vita. Le sue storie, quasi sempre autobiografiche, si allargano nel procedere delle pagine e diventano universali .

La lettura del romanzo è facile e scorrevole, anche se la prosa è poco narrativa. L'autrice accosta una serie di immagini che che fotografano momenti e che nell’insieme formano la storia, una storia che, dopo averla letta, ci costringe a riflettere sulla nostra vita.

 

Alla prossima lettura

Paola