August 17, 2021
COCO CHANEL DI ANNARITA BRIGANTI, UN LIBRO CHE È UNA LETTERA D'AMORE

 

In una interessante intervista, che si può guardare con facilità sul web, Annarita Briganti, non solo giornalista culturale per Repubblica e Donna Moderna ma anche scrittrice e traduttrice, sostiene che il suo ultimo libro Coco Chanel, una donna del nostro tempo, è una lettera d’amore scritta a tre destinatari differenti.

 Il primo destinatario è la protagonista del libro Coco Chanel, la donna di cui si racconta la vita per celebrare i 50 anni dalla sua morte.

 Nelle prime righe silegge:

 Gabrielle Bonheur Chanel, nota ai posteri dapprima come Gabriel Chanel poi come Coco Chanel, come Mademoiselle Chanel o semplicemente Chanel, nasce in un ospizio per poveri a Saumur, in Francia, il 19 agosto 1883.

La famiglia Chanel, infatti, era disgraziata e disfunzionale: la madre abbandona troppo presto i figli a causa di una malattia, e il padre risolve parte dei suoi problemi abbandonando le figlie femmine in un orfanotrofio. È qui che la grande stilista trascorre la sua infanzia ed è qui che pone le basi per una vita piena di soddisfazioni, ma segnata anche dal dolore e dai momenti oscuri.

All’età di diciotto anni Gabrielle Chanel lascia l’orfanotrofio con la competenza di un lavoro e con la grande determinazione di voler costruire la sua vita mattone su mattone.

Ho imparato a vivere, ovvero a difendermi dalla vita. Amavo la solitudine, sapevo quando andarmene, dicevo solo la verità,odiavo o credevo di odiare la gioia, ma era una corazza che mi stavo costruendo, precisa e puntigliosa.

In questo percorso non è sola. Due uomini saranno determinanti per il suo futuro: Etienne Balsan, che appartiene a una famiglia molto conosciuta, la cui vicinanza gli consente di conoscere il bel mondo, e il suo amico Arthur Chapel, soprannominato Boy, un lungimirante uomo d’affari inglese che la sprona, la consiglia e sarà sempre considerato da lei il suo unico, grande amore.

La loro, afferma Briganti, è una relazione molto moderna, appassionata e proficua, dominata dalla cultura e dal grande amore per la letteratura e i libri.

Rue Cambon, prima 21 e poi 31, diventa il suo centro creativo. Qui insegna alle donne a vestirsi in modo tale da sentirsi sempre a proprio agio, e non solo per piacere agli uomini. Qui inventa il little black dress, l’abito nero che va bene per ogni occasione. E qui ancora crea i suoi gioielli, finti, ma di grande effetto perché lei sostiene che una donna non dovrebbe mai mettere al collo il suo denaro.

Nel 1921 arriva al massimo della sua ricchezza e della sua notorietà con la creazione del profumo più desiderato al mondo: Chanel n°5. In questo interessante elenco non posso dimenticare il famosissimo tailleur – scianellino – oggetto di culto per tutte le donne che ambiscono alla classe e all’eleganza, proprio quello diventato tristemente famoso perché indossato da Jaqueline Kennedy il 22 novembre a Dallas, quando il marito e presidente degli Stati Uniti, è stato brutalmente assassinato. Indimenticabile per tutti e profondamente toccante è lo sguardo terrorizzato di Jacqueline nel suo delizioso completo Chanel rosa, macchiato dal sangue del marito.

 Ho studiato tanto il Novecento e sono appassionata di moda. Su Chanel ho letto tanto e ho visto anche un paio di film. Dopo la sua morte ho cercato anche di seguire l’evoluzione artistica della casa di moda, ma 2 cose di lei non sapevo:  era una grande lettrice e, anche se non nel modo più tradizionale del termine, è  stata madre.

I libri sono i miei migliori amici.

La sua creatività aveva una base culturale arricchita giornalmente dal suo rapporto con i libri, la lettura e la letteratura. Nella sua fornitissima biblioteca, in rue Cambon 31, si trovano i classici, latini e greci, ma non solo. Si trovano anche gli scrittori moderni, alcuni dei quali conosceva bene e frequentava nella Parigi ricca di fermento dell’epoca. Sono proprio i libri, di cui lei aveva una cura particolare rilegandoli e incidendoli tutti con le sue iniziali CC, che l'accompagnano in tutta la sua vita dagli anni dell’orfanotrofio a quelli del grande successo. E grazie ai libri riesce a trovare un modo di esprimersi unico e personale, producendo una moda moderna ma anche lungimirante rispetto ai tempi.

Nel privato Coco Chanel era anche madre. Adotta Andrè, il figlio della sorella e, durante la seconda guerra mondiale, quando viene fatto prigioniero, farà di tutto per salvarlo, intrecciando anche relazioni non proprio limpide di cui ne pagherà le conseguenze.

Questo libro è anche una lettera d’amore per tutte le donne, non solo del Novecento ma anche di oggi. Col la sua vita Coco Chanel insegna alle donne dell’epoca, e anche a noi, che il lavoro è importante perché crea indipendenza e soddisfazione e che anche la cura del proprio corpo e del modo vestirsi è fondamentale non per piacere agli altri ma per star bene e per piacere a se stesse.

 Nessun uomo ti farà sentire protetta e al sicuro come un cappotto di cachemir e un paio di occhiali scuri.

E lei, in un periodo in cui le donne erano riconosciute solo in relazione ai mariti, si ostina a farsi chiamare Mademoiselle e diventa simbolo di emancipazione nel pubblico e nel privato. Dimostra alle donne che possono vivere da protagoniste, intensamente, come fosse l’ultimo giorno e non avere timore di fare scelte coraggiose e buttarsi nella vita senza paracadute.

E così, mettendo al primo posto sempre e ovunque il lavoro, tanto da essere considerata una workalchoolic, è prima sarta, poi modista, quindi stilista e soprattutto grande imprenditrice, arrivando anche,nel periodo migliore, a dar lavoro a più di 4000 dipendenti. Ma la faticosa scalata e il successo mondiale hanno un costo che lei paga sempre e coraggiosamente in prima persona.

Annarita Briganti trasmette col suo lavoro una grande ammirazione per Coco Chanel ma trasmette anche il desiderio e l'amore per la scrittura sostenuto da una forte determinazione, di scrivere per trasmettere le conoscenze acquisite. Nonostante la pandemia, infatti, ha continuato a ricercare notizie sulla stilista nei suoi luoghi culto di Parigi inseguendola in tutta Europa, ovunque c'era una sua presenza, fino alla mostra fotografica di Cartier Bresson a Venezia. Il risultato, dopo aver messo insieme tutti i pezzi, è la creazione un profilo nuovo, quello di una vera e propria eroina del Novecento. Per questo il libro Coco Chanel, una donna del nostro tempo, si può definire anche una vera e propria lettera d’amore alla passione della scrittura che Annarita Briganti senza alcun dubbio possiede.

 

Alla prossima lettura

Paola