August 6, 2020
BOOKCROSSING A PANAREA. INCONTRO CON FABIO DONCHIA

Che cos’è il bookcrossing?

Bookcrossing è parola inglese, ormai entrata nell'uso comune, che in italiano si può tradurre con passa o gira libro, libri liberi o libri in libertà. È un’iniziativa assolutamente libera,volontaria e gratuita che permette a chi aderisce di seguire la vita e gli spostamenti di un libro mettendo in contatto le persone coinvolte.

Alla base c’è una forte passione per la lettura e per il libro come oggetto, ma soprattutto il desiderio di condividere il sapere che trasmette. Chi crede e pratica il bookcrossing, crede nel ciclo di vita che un libro può avere. Ciclo di vita che non si ferma alla persona che lo compra in libreria ma continua con tutte le persone che hanno occasione di leggerlo, sottolinearlo e commentarlo. Per tracciare i movimenti, i libri in bookcrossing sono in genere segnati con un codice unico.

Il principale punto di riferimento in materia è www.bookcrossing.com, un sito fondato nel 2001 negli Stati Uniti con l’intento di supportare e incrementare questa attività. “Benvenuti nella biblioteca del mondo”:  è la prima frase che si legge nella pagina about us del sito. L’intento è quello di offrire un posto dove si possa concedere una nuova vita a un libro passandolo ad un’altra persona che lo legge e lo commenta arricchendo, con il suo pensiero e lo scambio di idee, altri lettori. Non solo lettura quindi ma anche un modo per intrecciare la propria vita con quella di altre persone a cui interessano i libri.

Questo sito apre le porte a un mondo ancora abbastanza sconosciuto in Italia, il mondo dei bookcrosser. Queste sono persone, la maggior parte di loro americani,  che amano i libri e soprattutto amano la lettura ma allo stesso tempo sono anche le persone più innovative, amichevoli, di buon cuore e bizzarre, divertenti ed educate sulla faccia della terra.

 

Una sorpresa a Panarea

Per la seconda volta ho trascorso le vacanze a Panarea, isola che appartiene all’arcipelago delle Eolie, nel Mar Tirreno.

Anche questa volta, come la precedente, appena scesa dalla nave sono stata avvolta da un’atmosfera strana e affascinante. Panarea è un’isola piccolissima con pochi abitanti durante la stagione invernale che abitano nelle caratteristiche case bianche mediterranee, la maggior parte delle quali ha forma di cubo. In estate la vita sull'isola cambia. Da tutto il mondo arrivano migliaia di turisti che, dopo il periodo di ferie, l’abbandonano per lasciare i locali al silenzio in cui vivono la maggior parte dell’anno.

Il piccolo porto è il centro di Panarea. Seduti al bar è bellissimo vedere persone che arrivano con aliscafi o navi, bevendo un bicchire di vino bianco davanti sia allo Stromboli in piena attività sia alle piccole isole vulcaniche che spiccano dal mare e che al tramonto si illuminano di una luce talmente rossa e talmente forte che sembrano quasi incendiarsi. Dal porto per raggiungere le case si sale per una strada stretta dove solo scooter o poco altro riescono a passare.

Tra i negozi, tutti di gran gusto, per accontentare il pubblico esigente che frequenta l’isola, mi colpisce quello del parrucchiere.

Parrucchiere a Panarea è Fabio Donchia, un giovane uomo che ha deciso di lasciare la cittadina di Gela in Sicilia per vivere qui tutto l’anno. Lavora nella stagione invernale con la gente del posto, mentre in estate si dedica principalmente ai turisti.

Ma Fabio non è solo parrucchiere. Da qualche anno ha pensato di dedicare parte del suo negozio al bookcrossing. Lungo una parete del suo negozio, su varie mensole sono in esposizione libri, alternati naturalmente a prodotti per la cura dei capelli.

In una piacevolissima conversazione, mentre si prendeva cura di due clienti contemporaneamente, mi ha spiegato come è arrivato al bookcrossing.

Cercherò di riportare qui sotto le sue parole il più fedelmente possibile perché trasmettono completamente la sua simpatia e il suo spiccatissimo spirito creativo.

È Fabio che parla:

È mia profonda convinzione che il libro sia un oggetto ricco di fascino oltre ad essere anche un oggetto di arredamento. Avere librerie piene alle pareti di casa è come avere appesi dei bei quadri; un bel modo per portare agli ambienti gusto, eleganza e soprattutto cultura.

Da subito ho iniziato a considerare il mio salone da parrucchiere come una boutique o come una casa dove trovi oggetti che trasmettono emozioni e storie non solo del posto. Ogni oggetto ha fatto un suo percorso e ha una provenienza diversa. Quasi niente è stato comprato, la maggior parte dei pezzi è stato trovato o comperato.

Ora, dal parrucchiere si legge, e per quanto riguarda le letture non volevo offrire ai miei clienti solo riviste di gossip come molti miei colleghi fanno. Per questo qualche anno fa ho pensato di proporre il bookcrossing mettendo una piccola mensola e pochi libri che avevo a casa. L’iniziativa è piaciuta e una mattina mi sono trovato davanti al negozio due scatoloni di libri. E così ho dovuto aggiungere altre mensole che, all'entrata, ricoprono tutta la parete di sinistra del negozio. Espongo di tutto, non ho nessuna regola sulla scelta dei libri. Come tutti possono vedere, trattano gli argomenti più vari che vanno dalla letteratura, alla storia o alla filosofia.

La cosa che mi interessa maggiormente è creare movimento e condivisione. Credo infatti fermamente nell’idea che sta alla base del bookcrossing: lasciare andare i libri, renderli liberi, donargli una vita sempre nuova.

Quando qualcuno mi chiede come funziona, con ironia spiego loro: è come un matrimonio, lasci uno e ne predi un altro.

Scherzi a parte, le possibilità possono essere diverse: scambiare un libro, lasciarne uno e prenderne uno differente, oppure riceverlo in regalo. Se una persona vuole, può anche lasciarmi una mancia in modo tale che posso reinvestire e comprarne un altro oppure posso andare al bar e prendermi la brioche col gelato. (Ecco che salta fuori ancora la simpatia siciliana di Fabio).

Ho poi chiesto a Fabio se riesce a tracciare il percorso che fanno i libri che sono passati nel suo negozio e lui mi ha risposto di sì perché quando arrivano nelle sue mani li timbra tutti con un vecchio timbro delle poste di Panarea.

L’emozione più grande legata al bookcrossing, ha continuato Fabio, è legata senza dubbio alle storie con cui sono venuto in contatto grazie questa iniziativa.

Tempo fa una signora mia cliente doveva partire e mi ha chiesto un libro. Io vado e ne scelgo uno per lei. All’interno, mentre lo sfogliamo insieme, c’era il certificato di morte della madre. Con i brividi per la coincidenza inaspettata, le ho regalato il libro e le ho augurato buon viaggio.

Un'altra storia emozionante è quella di un ragazzo straniero che ha trovato proprio qui, nel mio negozio, un libro fuori catalogo che cercava da tempo per i suoi studi. Incredulo lo ha preso lasciando un'offerta molto generosa.

Un importante riconoscimento al mio lavoro di bookcrossing l'ho avuto dal figlio di Giorgio Scerbanenco che quando è sull'isola mi passa sempre a salutare. Non lo ringrazierò mai abbastanza perchè che mi ha donato alcuni libri del padre  che io, dopo averli letti, ho provveduto a mettere in circolo.

Purtroppo devo concludere con una nota di rammarico, spesso le persone entrano e con curiosità mi chiedono se li ho letti tutti. No, sono costretto a rispondere. Non ho tempo, il  lavoro mi occupa per la maggior parte della giornata. Però ho sviluppato un’abilità. Dal titolo, dalle poche notizie che si trovano sulla copertina, riesco a capire di cosa si tratta e fornire quindi un buon consiglio.

Quello che voglio fare sopra ogni cosa  è dare il mio contributo a trasmettere l'amore per la lettura su carta (odio l’Ipad), quella lettura forse oggi considerata un po' antica, dove è indispensabile la matita  per sottolineare e scrivere appunti a bordo pagina e, quando ci si vuole fermare, mettere il segnalibro per ricominciare proprio dal punto in cui si è arrivati.

 

Che cosa dire in conclusione?

La conoscenza di Fabio e l’avvicinamento al bookcrossing mi porteranno senza dubbio a rivedere il mio rapporto con i libri che sino ad oggi non presto mai se non ai miei figli e continuo a comprare ancora in libreria una volta alla settimana. Quei libri che leggo avidamente con matita alla mano e segnalibro, e che, appena terminati, non vedo l’ora di trovargli un posto nella mia biblioteca personale, vicino agli altri dello stesso autore per spolverarli di tanto in tanto.

 

Alla prossima lettura

Paola