January 26, 2022
"BASE GRANDE 13", IL LIBRO DI PAOLA CHIMISSO

Paola Chimisso è infermiera strumentista all’ospedale della città in cui vivo: Piacenza. Da come si esprime si capisce subito che è una grande lettrice e una raffinata intellettuale.

Scopro infatti dalla sua biografia che è laureata in Filosofia con indirizzo Teoretico ed è anche Counselor motivazionale.

Nel 2021 ha pubblicato Base grande 13 con Augh edizioni (pagg.192, 15 euro).

Paola è una persona estremamente gentile e accogliente; le chiedo cortesemente di rispondere ad alcune domande per permettere a me e a chi legge di entrare nel suo mondo.

1-Svolgi da anni un lavoro completamente differente, un lavoro impegnativo e coinvolgente, poi ad un certo punto è arrivata la scrittura nella tua vita. Poiché immagino che questo momento sia passato attraverso la passione per la lettura, mi piacerebbe sapere quali sono i tuoi gusti letterari e soprattutto quali sono i libri che ti hanno portato alla realizzazione di Base grande 13?

La passione per la lettura mi accompagna sin dall’infanzia, quando m’innamorai delle favole di Gianni Rodari e dei racconti di Dino Buzzati; e questa passione è cresciuta con me. Mi definisco una lettrice eclettica: amo la narrativa nordamericana, quella europea, in particolar modo quella russa e, ovviamente,la narrativa nostrana (uno dei romanzi del mio cuore è “La Malora” di Beppe Fenoglio); apprezzo i romanzi corali quanto i racconti. Non credo che un genere letterario in particolare abbia influenzato la mia scrittura, penso che l’abbiano fatto tutti insieme, trasformandomi, negli anni, come lettrice e come persona. L’elenco degli autori che amo sarebbe infinito come la mia gratitudine nei loro confronti. Rivelerò il titolo del romanzo che mi sta accompagnando in questi giorni: “Il tempo è un bastardo” di Jennifer Egan.

2-Penso sia indispensabile spiegare a chi legge questo post che cos’è una base grande e perché è diventato il titolo del tuo libro?

Le“Basi” in sala operatoria sono scatole di metallo (container) deputate a contenere gli strumenti chirurgici sterili necessari allo svolgimento di unintervento. Trovo che questo titolo, con in sé il fascino di un’indicazione numerica (la storia della letteratura è piena di esempi pregevoli, che ho voluto umilmente omaggiare) riesca a suggerire un mondo misterioso e affascinante: quello chirurgico. Al titolo è anche legato un significato metaforico, vorrei lasciare al lettore il piacere di scoprirlo attraverso le pagine del romanzo.

3-Protagonista del romanzo è Valentina, un’infermiera strumentista. Quanto di Paola c’è in Valentina?

Il racconto delle vicende del romanzo è affidato alla voce di Valentina, con la quale condivido la professione, i gusti musicali e un pizzico del suo spirito analitico.Considero ognuno dei personaggi di “Base Grande 13” come individuo a sé tuttavia, avendoli generati, credo in fondo di appartenere un po' ad ognuno di essi.

4-Ad un certo punto scrivi: “un lavoro che ha a che fare con l’umanità più strana, di fronte alla quale doveva emergere solo la solidale professionalità”. L’ambiente ospedaliero, che tu conosci molto bene, è sicuramente l’altro protagonista del romanzo. Quali espedienti hai usato per arrivare a dare una descrizione così veritiera non solo nei gesti ma anche negli aspetti più emotivi?

Nessun espediente, quando i personaggi parlano del loro lavoro, si muovono nel proprio ambiente, la loro voce è autentica, perché mi sono affidata alla veridicità delle loro emozioni, che vivo in prima persona da tanto tempo. Le descrizioni più tecniche hanno l’ambizione di portare il lettore in un mondo in realtà ancora poco conosciuto; inoltre vogliono testimoniare il rispetto per una professione che mi sento di amare ancora profondamente, cercando di riscattarla da descrizioni assurdamente imperfette, presenti nelle narrazioni televisive e cinematografiche (una delle poche che mi sento di salvare è, incredibile, “Scrubs”).

5-Il libroracconta due storie d’amore, una più esplicita e l’altra sussurrata che lascia in chi legge la voglia di saperne di più. Stai forse pensando a un seguito?

Questo romanzo è un grande atto d’amore per la mia professione e per i sentimenti speciali che legano le persone nel lavoro e nella vita. L’amore romantico raccontato in “Base Grande 13” è colto in due momenti particolari, attraverso personaggi diversi: la fine di una relazione importante, con un sottofondo di riflessione e nostalgia, e l’inizio di una nuova storia, con il suo carico di promesse e speranze. Un detto americano sostiene: "niente è finito, se non è finito". Mi piace pensare che se Valentina, Alessandro, Carolina e Fabio torneranno a narrare le proprie vicende, sarà perché avrò l’urgenza d’intrecciare nuovamente i loro destini, sperando che il lettore possa tornare ad emozionarsi con me e con loro.

 

Ringrazio Paola Chimisso per la sua gentilezza e disponibilità e spero di leggere presto il seguito di Base grande 13.

 

Alla prossima lettura

Paola